Intervista all’onorevole Pino Pisicchio

Intervista all’Onorevole Pino Pisicchio

Sono stato invitato dal collega e amico prof. Antonello De Oto alla presentazione a Bologna, nello splendido Salone d’Onore del Circolo Ufficiali dell’Esercito (Palazzo Grassi), dell’ultimo libro dell’Onorevole Pino Pisicchio: “I dilettanti. Splendori e miserie della nuova classe dirigente”. Nel corso dell’evento, tenutosi il 13 novembre 2015, l’Autore, introdotto dal Gen. C.A. Antonio De Vita, ha discusso del libro col prof. De Oto.
L’On. Pisicchio è, oltre che l’attuale Presidente del Gruppo Misto alla Camera dei Deputati, un docente di Diritto Costituzionale; l’invito si è così trasformato in un’occasione di confronto tra Lui ed alcuni miei giovani studenti universitari.
Ne è risultata la breve intervista in calce, per la quale Lexenia è grata al nostro ospite, prof. De Oto, e riconoscente all’On. Pisicchio.
L’Onorevole ha inoltre invitato Lexenia e i suoi giovani a gennaio alla Camera, per assistere dal vivo a un dibattito parlamentare.

Antonio Albanese

(L’intera intervista, della quale è qui riprodotta una sintesi semplificata, è contenuta nel video).

 

V. Video dell’Intervista

 

 

Beatrice Simonetti:
La fine del bicameralismo perfetto, a Suo avviso, rischia di risolversi in un parziale svuotamento delle prerogative parlamentari o rappresenta, al contrario, uno snellimento dell’iter legislativo idoneo a rafforzare la democrazia?

Il bicameralismo finisce e rimane un troncone di Parlamento. La mia impressione è che si sia affrontato questo tema, straordinariamente importante, concentrando l’attenzione più sull’effetto mediatico che sulla fase applicativa e sul nuovo assetto che ne risulterà. Sin dai miei primi interventi in Aula, se mi è consentita un’autocitazione, mi permisi di ricordare al Governo la priorità logica rappresentata dalla revisione delle Regioni.

Luca Troncone:
Alla luce del nuovo art. 117 e della prossima espunzione della categoria della competenza concorrente, prevede che vi sarà effettivamente una riduzione del massiccio contenzioso costituzionale tra Stato e Regioni?

L’anteriorità logica del riassetto delle Regioni a me sembrava decisiva: non si può mettere mano a una Riforma del Senato come quella attuale, guardando al Senato tedesco, il Bundesrat, senza aver prima definito una rilettura organica del sistema delle Regioni, un progetto per la loro ricostruzione, la loro funzionalità al governo del territorio, i loro apparati.

Greta Zapparoli:
Buonasera Onorevole, riallacciandomi alla domanda postale dal mio compagno, le chiedo: alcune forze politiche sostengono che la riforma del titolo V svuoterà di competenze legislative le Regioni. Lei crede che il nuovo Senato avrà poteri di rappresentanza delle regioni sufficienti a scongiurare tale rischio?

Concordo con la Sua preoccupazione. Ci ritroviamo nella fase finale di un dibattito che è entrato poco nei contenuti, perché purtroppo è stato più ideologico che tecnico, affrontato nelle Commissioni in modo piuttosto ruvido. Il mio giudizio è negativo.

Elena Rolfini:
Alla luce dell’analisi svolta nel Suo libro sul decadimento della classe politica, quali riflessi concreti intravede in ordine alla qualità della produzione legislativa, a seguito del nuovo processo di formazione del Parlamento.

– Come ricordava il prof. Antonello De Oto, oggi la produzione legislativa si muove nell’ambito del soft law; gli apparati normativi non hanno la qualità basica della norma giuridica, rispetto alle leggi che noi avevamo conosciuto in passato.

Elena Rolfini:
Quali aspettative possiamo noi, giovani studenti di diritto, coltivare come futuri protagonisti delle professioni giuridiche ed entro quale visione o tendenza è destinato a inserirsi il nostro compito?

– L’attualità ci presenta una tendenza a ridurre i centri decisionali e a ricondurre le interlocuzioni politiche e istituzionali alla massima semplificazione: l’idea, che richiama alla mente l’ideologia rockfelleriana, è che a una minore intermediazione corrisponda un rapporto più diretto con chi comanda e dunque una più efficace capacità decisionale.
In proposito, ricordo, come esempio di confronto agli antipodi di tale idea, che in un periodo della nostra Repubblica il Presidente del Consiglio in carica, Aldo Moro, professore universitario, continuava a tenere le sue lezioni all’Università e ad avere un dialogo costante con i suoi studenti. Oggi ciò è inimmaginabile, basti pensare agli attuali talk show… La “visione”, e quindi la tendenza, è oggi all’interno di queste dinamiche: la politica diventa soltanto uno strumento per rendere possibili certi risultati. Non più profondità, ma semplificazione.

 

I dilettanti.
Splendori e miserie della nuova classe dirigente.
Pino Pisicchio

L’onorevole Pino Pisicchio, nel suo libro “I dilettanti. Splendori e miserie della nuova classe dirigente”, indaga i caratteri salienti del nuovo ceto politico italiano.
Ne esamina i vizi e le virtù, la dubbia formazione culturale nonché la distanza crescente ed inesorabile dai cittadini.
Pone a confronto democrazie del mondo fra loro. In merito, evidenzia come la media del turn-over in Italia sia altissima, pari al 50% contro il 14-15% inglese e il 32-33 % e 33-34% rispettivamente di Francia e Germania.
Compara i giorni nostri con le stagioni passate e rende noto un dato spiazzante. Se, infatti, nel 1948 la I legislatura contava il 91% di laureati seduti in Parlamento e solo l’1% nel Paese, il 2013, anno della XVII legislatura, registra 68% di laureati rispetto al 7,8% a livello nazionale.
Il libro, infine, sfata dei miti: ad esempio, riporta dati dai quali si evince che la Camera vanta un’età media fra le più basse, dopo Danimarca e Paesi Bassi. Contro ogni aspettativa, i veri paesi “anziani” sono Francia, Stati Uniti d’America e Finlandia.

Beatrice Simonetti

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